mercoledì 21 ottobre 2009
AAA ACQUA VENDESI
domenica 12 luglio 2009
Che c'entra il GAS con la carità?
di Angelo e Giulia Cardinetti
Un fornitore di olio è stato cambiato dai GAS che si rifornivano da lui perché pagava i suoi lavoratori in nero.
Un gruppo di aziende destinate alla chiusura, con cotone biologico proveniente dal Brasile e dall'India attraverso la rete Fair (commercio equo e solidale), riesce a vivere vendendo biancheria intima ai GAS.
Un calzolaio, che se dovesse stare sul mercato convenzionale avrebbe già cambiato lavoro, fornisce ai Gas vicini calzature realizzate con cuoi trattati con concia vegetale.
Un caseificio (formaggi biologici) era a un passo dal fallimento: in due mesi la rete dei GAS gli ha fatto pervenire ordini per 80.000€.
Appello al Presidente Obama in occasione del G8
Lettera Aperta al Presidente degli Stati Uniti Mr. Obama
Premi Nobel e Premi Oscar italiani a sostegno della lettera-appello sull’acqua promossa dal Contratto Mondiale sull’acqua
Milano, 7 luglio 2009 – “Nei prossimi decenni, se la comunità internazionale e la politica continueranno a rifiutare il riconoscimento del diritto all’acqua e a delegare al mercato azionario il governo delle risorse idriche del pianeta Terra, si assisterà a catastrofi dalle conseguenze imprevedibili, come ha già dichiarato l’ONU nel 2006.
Questa denuncia è contenuta nell’appello promosso dal Comitato italiano per un Contratto mondiale per l’acqua - Onlus, fatto pervenire al presidente Obama in occasione del G8 de L’Aquila, sottoscritto da alcuni Premi Nobel e Oscar e da centinaia di artisti, giornalisti, docenti, ricercatori, professionisti e associazioni italiane.www.contrattoacqua.it – e-mail: segreteria@contrattoacqua.it
lunedì 6 luglio 2009
Report Assemblea Nazionale dei Comitati Territoriali del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
COME UN UOMO SULLA TERRA
di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene
prodotto da Asinitas Onlus e ZaLab (52’ – 2008)
Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.
GIOVEDI’ 9 LUGLIO 2009
ore 23.40 – RAI 3 (trasmissione DOC 3)
Dal 2003 Italia ed Europa chiedono alla Libia di fermare i migranti africani. Da maggio di quest’anno la marina italiana respinge i migranti in Libia. Ma cosa fa realmente la polizia libica? Cosa subiscono migliaia di uomini e donne africane? E perchè tutti fingono di non saperlo?
COME UN UOMO SULLA TERRA
il film contro i respingimenti in Libia
info: http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/
Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi. “Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste. Il documentario si inserisce in un progetto di Archivio delle Memorie Migranti che dal 2006 l’associazione Asinitas Onlus, centri di educazione e cura con i migranti (www.asinitas.net) sta sviluppando a Roma in collaborazione con ZaLab (www.zalab.org), gruppo di autori video specializzati in video partecipativo e documentario sociale
In onda su RAI 3 il 9 luglio 2009 alle 23.40
UNIVERSITÀ DEL BENE COMUNE in collaborazione con COMUNITA' DEGLI STIMMATINI
Facoltà dell’acqua e della Mondialità - Monastero di Sezano (Verona)
Anno Accademico 2009
La narrazione dell’acqua come diritto umano universale e bene comune. Politiche e strategie educative
Venerdì 10 Luglio
Ore 20,45 Proiezione filmato “Home”
Sabato 11 Luglio
Ore 9,00 Arrivo
Ore 9.15 L’educazione all’acqua nell’ambito della educazione alla sostenibilità (Riccardo Petrella)
Ore 10.15 Commenti e quesiti
Ore 10.45 Pausa
Ore 11.00 Le campagne e le esperienze europee dell’educazione all’acqua (Rosario Lembo - UBC e CICMA)
Ore 12.00 Commenti e quesiti
Ore 13.00 Pausa pranzo
Ore 14,30 Esperienze di percorsi didattici e di cittadinanza Campagna Acqua Bene Comune in Italia per gli studenti (Paolo Rizzi - Comitato territoriale CICMA Novarese)
Ore 16.00 Pausa
Ore 16.15 Esperienze di percorsi didattici e di cittadinanza della Campagna Acqua Bene Comune in Italia e in Europa (Raffaella Cavallo - CEVI – responsabile progetto WATER)
Ore 17.30 Commenti e quesiti
Ore 18.30 Termine lavori
Ore 19.30 Cena
Domenica 12 Luglio
Ore 9.00 I percorsi di educazione all’acqua al servizio dei diritti : acqua e pace, acqua e cittadinanza, acqua e sostenibilità (Riccardo Petrella - UBC)
Ore 10.45 Commenti e quesiti
Ore 11.20 Chiusura lavori
Ore 13.00 Pranzo
Maggiori informazioni sul sito http://www.universitadelbenecomune.org/
martedì 23 giugno 2009
da repubblica.it: "L'acqua fai da te - liscia, gassata o artificiale?"
Basta spese inutili. Il Belpaese ha rispolverato le brocche, scoperto le caraffe filtranti - "le vendite sono decollate", dicono alla Laica, numero uno del settore - ed è riapprodato all'autarchia idrica. Venezia - dove la campagna di Veritas (la municipalizzata locale) ha fatto aumentare del 4% il numero dei cittadini che bevono acqua di rubinetto - non è sola. L'Acea a Roma, l'Acquedotto Pugliese e quello lucano hanno "etichettato" il loro prodotto come fosse una "griffe" da ristorante due stelle Michelin. Presentando sui propri siti le analisi organolettiche e il contenuto in minerali garantito da migliaia (350mila nella capitale) controlli l'anno.
L'acqua naturale è riapparsa dopo un decennio sui tavoli delle mense scolastiche di Roma, Milano, Firenze e Bologna. Perugia, Abbiategrasso, Monterotondo, Cusano Milanino e tanti altri piccoli centri d'Italia hanno installato fontanelle pubbliche d'acqua gasata per placare la sete dei loro cittadini. A Torino e in Piemonte è partita la campagna Tvb. Non il melenso e abusato "ti voglio bene" da sms, ma "ti voglio bere", lo slogan che ha portato in centinaia di asili ed elementari della regione le borracce griffate e gli opuscoli che hanno accompagnato il ritorno della bevanda più vecchia del mondo a pranzo, evitando di riempire le discariche sabaude di 22 mila bottiglie di plastica al giorno. Economia ed ecologia, in effetti, in questo ritorno al passato della tavola nazionale, vanno a braccetto. "L'acqua del rubinetto costa 500 volte in meno della concorrente industriale - dice Luca Martinelli di Altraeconomia, autore della fortunatissima "Piccola guida al consumo critico dell'acqua". Ma come ha capito bene Cacciari garantisce anche un enorme risparmio ambientale". L'Italia produce 12,4 miliardi di bottiglie l'anno consumando 655 mila tonnellate di petrolio, scaricando in aria 910 mila tonnellate di CO2 e in pattumiera 200 mila tonnellate di polietilene, il cui smaltimento (solo un terzo viene riciclato) "è a carico di cittadini ed enti locali". Non solo. Otto litri di minerale su 10 percorrono in camion centinaia di chilometri per arrivare dalla sorgente agli scaffali dei supermercati e sui tavoli dei ristoranti. Bruciando ettolitri di gasolio. La qualità? "L'acqua del rubinetto non ha niente da invidiare a quella industriale - assicura Martinelli - . Ogni pozzo che garantisce da 100 a 10 mila litri, il fabbisogno di un piccolo capoluogo, è sottoposto a 70 controlli l'anno. Nelle grandi città le verifiche sono decine di migliaia. E una recente sentenza del Tar, ma non ce n'era bisogno, obbliga gli acquedotti pubblici alla trasparenza, pubblicando i risultati di tutti gli esami". I limiti di legge sono rigidi e valgono per tutti. E non a caso oltre 1.500 ristoranti nel Belpaese hanno aderito senza alcuna remora alla campagna "Imbrocchiamola" di Legambiente, offrendo esplicitamente in menù l'acqua del rubinetto. Liscia e gasata. A garantire le bolle d'anidride carbonica fai-da-te del terzo millennio non sono più Idriz e Frizzina - le magiche polverine degli anni '60 - ma i nuovi gasificatori, diabolici marchingegni che stanno iniziando a conquistare a ritmi vertiginosi le cucine degli italiani. "Noi abbiamo iniziato a proporli un anno fa - conferma Claudio Tagliapietra, direttore commerciale di Sodastream, uno dei leader sul mercato nazionale -. Ci eravamo posti un obiettivo di vendite che credevano molto ambizioso per il 2009 e l'abbiamo già raggiunto a maggio, viaggiando a 15 mila pezzi al mese". Merito di un mercato immaturo (in Svezia ci sono gasificatori nel 30% delle famiglie, da noi siamo a percentuali da prefisso telefonico) ma anche di una serie di accordi con le amministrazioni locali che si stanno tuffando nel business dell'acqua del sindaco. "A Venezia la Veritas vende a sconto i nostri modelli - conclude Tagliapietra - imputando a rate il costo in bolletta". L'industria della minerale, 321 marchi, 3,5 miliardi di giro d'affari e 8 mila addetti, ha accusato - com'era inevitabile - l'uno-due della crisi e del revival del rubinetto. "Le nostre vendite sono calate l'anno scorso (-1,7%) per la prima volta in dieci anni - ammette Ettore Fortuna, numero uno di Mineracqua, l'organizzazione di settore - anche perché la gente al supermercato privilegia le etichette meno care, snobbando quelle di fascia alta". La concorrenza degli acquedotti? "L'acqua di rubinetto e la nostra sono due cose completamente diverse - dice - : noi la recuperiamo in un giacimento sotterraneo profondo, protetto e incontaminato e la imbottigliamo alla fonte. Quella delle municipalizzate ha le provenienze più disparate. Torino la prende in parte dal Po, Firenze dall'Arno, poi la devono trattare, disinfettare e potabilizzare".
Uno studio (ancora non pubblicato) commissionato dall'industria e contestato da Legambiente, sostiene Fortuna, "conferma che da un rubinetto su quattro esce acqua con tracce batteriologiche e "contaminanti di origine antropica"". Tutti in valori ben sotto i limiti massimi previsti dalla legge, però. E nella maggior parte dei casi - dice Martinelli - per colpa della mancata manutenzione degli impianti condominiali: "Le municipalizzate garantiscono un'acqua pura fino al contatore, poi troppo spesso gli amministratori si dimenticano di trattare le cisterne e le autoclavi". La riscossa del rubinetto non è un fenomeno solo italiano. Michael Bloomberg, sindaco di New York (forte di un acquedotto che attinge a 13 riserve e 3 laghi cristallini), ha impostato buona parte della sua campagna elettorale vincente proprio sull'addio alle minerali (negli Usa se ne beve un po' meno che da noi, anche per la concorrenza delle micidiali bevande zuccherate). Anche se nella patria di Wall Street e del business sono riusciti a mettere in commercio un'etichetta, "Tap'd NY" che vende a 2 dollari a bottiglia l'acqua del rubinetto imbottigliata (e c'è gente che la compra!). Parigi, che aveva ceduto ai privati i suoi acquedotti, ha fatto marcia indietro pochi mesi fa. La gestione di Veolia e Suez - per il primo cittadino Bertrand Delanoe - aveva peggiorato la qualità idrica e fatto decollare i prezzi. E così il Comune ha ripreso il controllo del servizio. Tutto il mondo è paese, insomma. L'autarchia idrica, complice la recessione, dilaga. Dalla Tour Eiffel all'Empire State Building, dalle case scandinave alla provincia italiana. Ultimo caso: l'apertura poche settimane fa di un distributore di H20 (si chiama proprio così) sulla strada Regina, due passi dalla villa di George Clooney sul lago di Como. Eroga, gratis, acqua limpida e purissima, liscia o gasata. Tutta prodotta della municipalizzata locale. Quella del comune di Acquaseria. Più di così...
giovedì 4 giugno 2009
Acqua bene comune, patrimonio e diritto di tutta l’umanità: iI fine è il principio
Tra il principio e il fine c'è un oceano da navigare, pieno di insidie e difficoltà. Ogni scoglio evitato, ogni onda superata, è una piccola vittoria, un altro passo avanti verso "il fine"…
Come stimolo per gli amministratori "pigri", pubblichiamo il parere della Corte dei Conti – sez. Controllo per la Lombardia – in merito all'ambito di applicazione dell'art.23bis, Legge n.133 del 6 agosto 2008:
Corte dei Conti - Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia
Parere in merito all'ambito di applicazione dell'art. 23bis del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella Legge 6 agosto 2008, n. 133
LA RISPOSTA AL QUESITO IN ESAME
Conclusivamente, con specifico riferimento alla richiesta di parere proveniente dal Comune di Malnate, la Sezione esprime le seguenti considerazioni.
L'ambito di disciplina previsto dall'art. 23bis del D.L. n. 112/2008 riguarda i servizi pubblici a rilevanza economica.
Tuttavia, non è possibile individuare a priori, in maniera definita e statica, una categoria di servizi pubblici a rilevanza economica, che va, invece, effettuata di volta in volta, con riferimento al singolo servizio da espletare, da parte dell'ente stesso, avendo riguardo all'impatto che il servizio stesso può avere sul contesto dello specifico mercato concorrenziale di riferimento ed ai suoi caratteri di redditività/autosufficienza economica (ossia di capacità di produrre profitti o per lo meno di coprire i costi con i ricavi).
L'art. 23bis opera una scelta di fondo a favore del ricorso al mercato nell'esternalizzazione dei servizi pubblici a rilevanza economica.
Solo in via di deroga e per casi adeguatamente motivati ai sensi e nei limiti del comma 3 dell'art. 23bis è possibile l'affidamento in house ovvero a società partecipate dall'ente secondo i principi del diritto comunitario. L'affidamento, peraltro, deve avvenire secondo le procedure di cui al successivo comma 4 dell'art. 23bis (in proposito si richiama il contenuto della deliberaz. di questa Sezione n. 270/2008).
Spetta all'ente valutare le modalità ottimali di espletamento del servizio con riguardo ai costi, ai margini di copertura degli stessi, alle migliori modalità di organizzazione del servizio in termini di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto dei principi di tutela della concorrenza da un lato e della universalità e dei livelli essenziali delle prestazioni dall'altro (cfr. in tal senso anche Corte dei conti, Sez. controllo Sardegna, deliberaz. n. 9 del 18 giugno 2007).
nelle considerazioni esposte è il parere della Sezione.
Il Relatore (Giancarlo Penco) Il Presidente (Dott. Nicola Mastropasqua)
Depositata in Segreteria il 11/05/2009
Il Direttore della Segreteria
(dott.ssa Daniela Parisini)
mercoledì 3 giugno 2009
lunedì 1 giugno 2009
Educambiente.tv
giovedì 28 maggio 2009
da L'Arena “Il Giornale di Verona” - Un centesimo per litro salva chi muore di sete
Venerdì 22 Maggio 2009 - CRONACA
Il comitato «Acqua bene comune»
ha presentato un progetto all'Aato
"Un centesimo per litro salva chi muore di sete "
La piccola sovrattassa serve a finanziare piani per l'accesso all'acqua potabile nei Paesi poveri del mondo.
Ogni litro d'acqua consumato nella provincia di Verona andrà a finanziare progetti di cooperazione internazionale per l'accesso all'acqua potabile nei paesi poveri, soprattutto nei territori africani.
Quella che può sembrare una contraddizione in termini, se pensiamo al nostro consumo spropositato rispetto alla carenza dell'«oro blu» che nei territori poveri raramente assicura il minimo vitale di 20 litri quotidiani, è invece un ambizioso progetto studiato dal comitato «Acqua bene comune» di Verona.
La proposta che verrà sottoposta al presidente dell'Aato provinciale, responsabile della gestione del servizio idrico integrato, è stata presentata l'altra sera a Villa Buri nel corso del ciclo di conferenze «cantieri dei mondi nuovi» e prevede che per ogni metro cubo d'acqua consumata dal singolo abitante della provincia, oltre alla tradizionale tariffa attorno all'euro ci sarà in bolletta una sovrattassa di un centesimo che confluirà in un fondo di solidarietà internazionale che dovrebbe chiamarsi proprio «Acqua bene comune».
Se si pensa che il consumo pro capite annuo d'acqua in città è pari a 72,5 metri cubi, dato che corrisponde ad un consumo giornaliero domestico pari a circa 200 litri, ogni anno questo «obolo» peserebbe su ogni cittadino per 72 centesimi circa. Nella sola Verona che conta oltre 265mila abitanti, sarebbero quasi 200 mila euro annui che verrebbero depositati nelle casse del fondo che sarà gestito da un comitato ad hoc formato da membri dell'Ato, da esperti di cooperazione e da semplici cittadini. Il fondo elargirà poi finanziamenti per tutti i progetti delle organizzazioni non governative (ong) o delle onlus che verranno ritenuti idonei allo scopo, ossia portare acqua potabile a chi ancora oggi deve fare oltre un chilometro a piedi per recuperarne qualche litro.
Un progetto identico a questo è già realtà ed è stato realizzato a Venezia nel 2004: negli ultimi due anni ha raccolto qualcosa come un 1.400.000 euro investiti in vari progetti che poi vengono illustrati ai lagunari con brochure allegate alle bollette, assicurando trasparenza e correttezza.
Durante la serata è stato proiettato anche il film prodotto e presentato dalla Comunità Emmaus International «Nokouè: i compagni dell'acqua», un viaggio nella vita quotidiana del popolo africano che vive sul lago omonimo in Benin, che seppur circondato dall'acqua, non ha la possibilità di bere per via della mancanza di potabilizzatori.
Un'assurdità che si traduce nel miliardo e mezzo di persone che nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile, ai due miliardi e mezzo esseri umani che non hanno impianti igienici e fognari adeguati e ai seimila bambini che ogni giorno muoiono per malattie veicolate dal liquido vitale.
«L'acqua come bene comune è uno strumento di pace e solidarietà tra i popoli.
Il fatto che il direttore dell'Aato veronese, Luciano Franchini, abbia già dato la sua disponibilità e il suo apprezzamento per questo progetto fa sperare che entro il nuovo anno si possa partire, dopo che il consiglio d'amministrazione prima e l'assemblea dei sindaci poi approvi la proposta», ha spiegato Francesco Avesani, promotore del comitato. Avesani ha annunciato che la consegna dell'appello con le adesioni di cittadini e associazioni al sindaco Tosi, attuale presidente dell'Aato, avverrà entro fine agosto.
A mani nude sull’acqua, dopo Istanbul
Leggete e commentate questo bellissimo articolo scritto da Emilio Molinari Presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'Acqua:
A MANI NUDE SULL'ACQUA, DOPO ISTANBUL
venerdì 22 maggio 2009
Pronti per un nuovo evento - Incontro con Luca Martinelli redattore di Altreconomia
giovedì 21 maggio 2009
19 maggio 2009 – ABC Mezzane e i Comuni Virtuosi
All'evento, organizzato dalla nostra associazione in collaborazione con la Biblioteca comunale, hanno partecipato un centinaio di persone che nella prima parte della serata hanno ascoltato con grande attenzione il dialogo virtuoso tra Marco Boschini e i due radiocronisti veronesi Elisa Sartor e Riccardo Poli. Ogni domanda dava spunto a Boschini per raccontare esperienze e risultati conseguiti dai comuni virtuosi, rigorosamente ispirati ai 5 obiettivi definiti dall'associazione dei CV. Numerosi sono stati i riferimenti all'ultimo libro scritto da Marco Boschini con Michele Dotti "L'anticasta - l'Italia che funziona" .