Venerdì 22 Maggio 2009 - CRONACA
Il comitato «Acqua bene comune»
ha presentato un progetto all'Aato
"Un centesimo per litro salva chi muore di sete "
La piccola sovrattassa serve a finanziare piani per l'accesso all'acqua potabile nei Paesi poveri del mondo.
Ogni litro d'acqua consumato nella provincia di Verona andrà a finanziare progetti di cooperazione internazionale per l'accesso all'acqua potabile nei paesi poveri, soprattutto nei territori africani.
Quella che può sembrare una contraddizione in termini, se pensiamo al nostro consumo spropositato rispetto alla carenza dell'«oro blu» che nei territori poveri raramente assicura il minimo vitale di 20 litri quotidiani, è invece un ambizioso progetto studiato dal comitato «Acqua bene comune» di Verona.
La proposta che verrà sottoposta al presidente dell'Aato provinciale, responsabile della gestione del servizio idrico integrato, è stata presentata l'altra sera a Villa Buri nel corso del ciclo di conferenze «cantieri dei mondi nuovi» e prevede che per ogni metro cubo d'acqua consumata dal singolo abitante della provincia, oltre alla tradizionale tariffa attorno all'euro ci sarà in bolletta una sovrattassa di un centesimo che confluirà in un fondo di solidarietà internazionale che dovrebbe chiamarsi proprio «Acqua bene comune».
Se si pensa che il consumo pro capite annuo d'acqua in città è pari a 72,5 metri cubi, dato che corrisponde ad un consumo giornaliero domestico pari a circa 200 litri, ogni anno questo «obolo» peserebbe su ogni cittadino per 72 centesimi circa. Nella sola Verona che conta oltre 265mila abitanti, sarebbero quasi 200 mila euro annui che verrebbero depositati nelle casse del fondo che sarà gestito da un comitato ad hoc formato da membri dell'Ato, da esperti di cooperazione e da semplici cittadini. Il fondo elargirà poi finanziamenti per tutti i progetti delle organizzazioni non governative (ong) o delle onlus che verranno ritenuti idonei allo scopo, ossia portare acqua potabile a chi ancora oggi deve fare oltre un chilometro a piedi per recuperarne qualche litro.
Un progetto identico a questo è già realtà ed è stato realizzato a Venezia nel 2004: negli ultimi due anni ha raccolto qualcosa come un 1.400.000 euro investiti in vari progetti che poi vengono illustrati ai lagunari con brochure allegate alle bollette, assicurando trasparenza e correttezza.
Durante la serata è stato proiettato anche il film prodotto e presentato dalla Comunità Emmaus International «Nokouè: i compagni dell'acqua», un viaggio nella vita quotidiana del popolo africano che vive sul lago omonimo in Benin, che seppur circondato dall'acqua, non ha la possibilità di bere per via della mancanza di potabilizzatori.
Un'assurdità che si traduce nel miliardo e mezzo di persone che nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile, ai due miliardi e mezzo esseri umani che non hanno impianti igienici e fognari adeguati e ai seimila bambini che ogni giorno muoiono per malattie veicolate dal liquido vitale.
«L'acqua come bene comune è uno strumento di pace e solidarietà tra i popoli.
Il fatto che il direttore dell'Aato veronese, Luciano Franchini, abbia già dato la sua disponibilità e il suo apprezzamento per questo progetto fa sperare che entro il nuovo anno si possa partire, dopo che il consiglio d'amministrazione prima e l'assemblea dei sindaci poi approvi la proposta», ha spiegato Francesco Avesani, promotore del comitato. Avesani ha annunciato che la consegna dell'appello con le adesioni di cittadini e associazioni al sindaco Tosi, attuale presidente dell'Aato, avverrà entro fine agosto.